Renato Giorgi

Renato Giorgi Renato Giorgi può essere proposto a buon diritto come un modello di italiano al quale si devono gratitudine e ammirazione. Come pochi altri seppe coniugare con rigore l’attività intellettuale con l’impegno civile e l’eroismo di combattente per la libertà. Nato a Battaglia Terme (PD) il 26/02/1916 da Antonio e Velia Belluzzi, si laureò in storia e filosofia, fin da studente aderì al movimento clandestino antifascista “Giustizia e Libertà” di ispirazione democratica. Insegnante di lettere in una scuola di Cortina d’Ampezzo, alla vigilia della guerra venne richiamato alle armi e successivamente in piena guerra mondiale inviato a combattere sul fronte russo.
Partecipò così alla tragedia del corpo di spedizione italiana (ARMIR) nella steppa russa, che decimò e uccise la gran parte dei soldati italiani, a causa de fuoco delle armi e del gelo tremendo che faceva morire anche chi,
stremato dalla fatica, cadeva a terra per pochi minuti.
Salvatosi nella tragica ritirata nell’inverno 1942-43 tornò in Italia e venne trasferito a Parma come comandante del servizio di sicurezza militare di uffici pubblici. Dopo il 25 luglio 1943 (caduta del fascismo) e l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, guidò uno scontro contro gli invasori tedeschi. Rientrato a Bologna dopo la dispersione delle forze armate italiane, nell’autunno successivo entrò a far parte del partito d’Azione e nella primavera 1944 fu inviato a Castel d’Aiano dove partecipò all’organizzazione di formazioni partigiane. Nell’estate passò nel Frignano (MO) e fu uno dei principali collaboratori di Mario Ricci “Armando” nella conquista della “Repubblica di Montefiorino” liberata dall’occupazione tedesco-fascista per alcuni mesi. Partecipò ai principali combattimenti controi tedeschi nella zona di Monchio, dove assunse il comando del gruppo Brigate Est Giardini con il nome di Angelo.
Nell’autunno del 1944 ebbe l’ordine di avvicinarsi a Bologna per partecipare a quella che si riteneva la imminente liberazione, ma l’annuncio che gli “alleati” avevano interrotto l’avanzata e invitato i partigiani a sciogliersi in attesa della primavera, guidò i suoi uomini verso sud attraversando le linee di guerra a Lizzano in Belvedere, dove le sue brigate riarmate e riorganizzate forti di 2500 uomini, confluirono nella divisione “Armando” e nell’inverno 1944-45 pur colpito da grave malattia contratta per cause belliche, restò in linea e partecipò a tutti i combattimenti contro i tedeschi fino alla liberazione.
Rientrato a Bologna “liberata” nell’aprile 1945 fu nominato rappresentante del P.D.A. nel CLNER (Comitato Liberazione Nazionale Emilia Romagna). Riconosciuto partigiano capo di Stato Maggiore della Divisione Modena dall’ 1/10/1943 alla Liberazione, grande invalido di guerra, dopo aver rifiutato per ben due volte la medaglia d’oro al Valor Militare (secondo Lui spettava solo ai caduti) accettò la medaglia d’argento conferita con la seguente motivazione: “Ufficiale di complemento dell’esercito si votava alla lotta di resistenza con tutto il suo plotone. Validissimo organizzatore e valoroso combattente, partecipava con la sua divisione partigiana a numerosi combattimenti in uno dei quali schierati i suoi uomini su di un fronte di 14 Km, riusciva a tenere testa per quattro giorni a forze nemiche di gran lunga superiori. Sebbene ammalato rifiutava per vari mesi il ricovero in ospedale fino a quando il suo fisico gli permise di dare il suo validissimo contributo alla lotta, vivido esempio di completa dedizione alla causa della libertà.”
Svolse successivamente una intensa attività politica ebbe incarichi rappresentativi nelle Associazioni Partigiane (ANPI). La sua vita privata è stata esemplare, persona integerrima, si unì in matrimonio con il suo “cucciolo” Anna Maria Novasconi nel novembre 1949, celebrato dall’allora vice sindaco di Bologna Samaia. Da quel matrimonio nacquero Antonio il 30/3/1953 e Maria Teresa i123/7/1963. Trasferitosi a Sasso Marconi ricoprì per nove anni la carica di Sindaco, dal 1956 al 1965, amministratore coraggioso mantenne alti i suoi ideali di giustizia, libertà, dignità in anni difficili nel corso dei quali vi furono ripetuti tentativi di sopraffazione e di umiliazione per gli organi di base locali, da parte di apparati dello Stato scelbiano.
Uomo retto partecipò alle lotte civili liberamente senza settarismi o passioni di parte, nonostante le prepotenze burocratiche contro lo sviluppo democratico ed autonomo dei comuni, facendosi apprezzare e stimare da tutti i cittadini di Sasso. Giorgi Renato fu il sindaco dell’acquedotto, del metanodotto, delle opere di sviluppo democratico.
Il suo mandato ebbe termine soltanto per sua precisa volontà.
La malattia purtroppo avanzava, ma questo non gli impedì di acquisire una seconda laurea necessaria all’accesso ad un posto di bibliotecario all’Archiginnasio di Bologna. Renato Giorgi è stato un grande scrittore.
Ha lasciato un alto legato alle nuove generazioni.
Ha pubblicato nel:
-1950 un volume di “Racconti sulla Resistenza”.
-1951 “Le sette stelle d’argento”, la storia e l’impegno politico dei Fratelli Cervi. -1952 “Marzabotto parla” giunto alla 14°edizione e tradotto in lingua tedesca col titolo “Marzabotto Spricht”.
-1959 vinse il premio “Prato ” con il romanzo ” Franco fra i ribelli” ed il secondo premio con il racconto “Il Ponte”. -1976 pubblicò ” Sasso Marconi, cronache di allora e di dopo”.
La sua attività letteraria si completo’ attraverso molteplici collaborazioni a riviste e a quotidiani.
Morì nel marzo 1985.
Lasciò scritti e raccolte che sono diventati libri, per precisa volontà della moglie Annamaria, a cui va per questo la nostra riconoscenza e gratitudine.
Postumi:
-1985 “I1 Partigiano Niccioli e altre storie” -1988 Ha lasciato scritto numerose poesie, raccolte nel I e II volume di “Poesie nel cassetto” – Concorso RAI.
1988 “Palpito d’ali” con illustrazioni della pittrice Silvana Roatta.
Seconda edizione 1991.
1989 “Bravo Brigante” Seconda edizione Favole inedite pubblicate dalla casa editrice “Mongolfiera” ed illustrate dal pittore Mauro Bellei. Libro distribuito in 34 scuole della Provincia di Bologna
-1991″Le Storie di Merendina” con illustrazioni di Lucia Zacchi – Presentato a Casalecchio di Reno nelle Scuole Elementari dal Poeta M. Donini.
Ha tradotto dal latino arcaico “Malleus Maleficarum” (Il martello delle streghe cioè la caccia alle streghe condannate al rogo per difendere la “fede” nella Polonia cattolica del Medio Evo) che la moglie ha donato all’Archiginnasio, biblioteca del Comune di Bologna, preziosa traduzione per studiosi.
Presente in competizioni letterarie nazionali e internazionali, ha riportato varie affermazioni; conseguendo prestigiosi riconoscimenti e anche primi premi. Al concorso letterario di poesia “Torre Pendente” di Pisa gli fu assegnato il primo premio, medaglia d’oro e coppa d’argento. Il nome di Giorgi è scritto nel libro “Delitto al Castello”. La trama è avvincente, lo stile fresco e scorrevole offrono una lettura piacevole e divertente come “libro giallo” “Tutti al mare”: filastrocca per bambini con illustrazione della pittrice Baroncini Giuliana presentato a Castel San Pictrofflo). “Franco tra i ribelli” Seconda edizione illustrata dal pittore G. Covelli.

A dieci anni dalla sua scomparsa con il patrocinio dei Comuni di Sasso Marconi, Casalecchio di Reno, Marzabotto e della Provincia di Bologna in collaborazione con il Circolo Culturale “Le voci della Luna” e col benestare della famiglia, è stato indetto un premio nazionale di poesia “Renato Giorgi”. Il premio comprende una sezione adulti e una sezione aperta ai ragazzi. Telezola ha intervistato la famiglia trasmettendo nella rubrica culturale: premi, opere e attività della vita di Renato Giorgi. Il Comune di Sasso Marconi per onorare la sua figura di letterato, sindaco, combattente per la libertà gli ha dedicato una via nella frazione di Borgonuovo Renato Giorgi continuerà ad arricchire la cultura di tutti coloro che vorranno conoscere le sue opere.
Oggi a noi, suoi compagni ed amici nella resistenza e nelle battaglie civili e democratiche, rimane l’orgoglio di averlo avuto vicino in tante occasioni. Con grande rimpianto e con la certezza che la sua vita è stata e sarà per il futuro esempio di dignità e fedeltà ai principi di libertà di democrazia e di giustizia, tutti insieme ti diciamo: “Grazie Renato”.

Mario Coralli
Tratto dal periodico del Circolo Filatelico “Guglielmo Marconi”
Sasso & Dintorni anni1 n°2 e 3

Link correlati:

Dossier: “La strage di Marzabotto” di Renato Giorgi
Dossier: “La strage di Marzabotto I responsabili della strage” di Renato Giorgi
“Marzabotto” di Renato Giorgi
Bando del concorso letterario “Renato Giorgi”
“Le Voci della Luna”