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Sasso Marconi 1944-1945

Articoli tratti dal trimestrale di cultura, storia locale, enogastronomia e turismo “Sasso e Dintorni” – anno II – n° 7

Leggendo sui libri di storia le vicende belliche e della Resistenza che hanno coinvolto il nostro Paese, chi non le ha vissute in prima persona ha come l’impressione che siano passate senza toccarci, senza lasciare segno alcuno e che appartengano ormai al ricordo di pochi, molto lontano da noi nel tempo e nello spazio.

La guerra, i bombardamenti, le battaglie, l’incertezza, le paure, le ansie, l’odio, i dolori, la fame che hanno sconvolto (e continuano a sconvolgere) molti popoli nel mondo, sono invece passate 60 anni fa anche sulle nostre colline e nelle nostre valli, lasciando un segno profondo. Un segno che non possiamo permetterci di dimenticare perché da tanta sofferenza e tanta distruzione sono sorti gli irrinunciabili valori di libertà, di democrazia e di pace di cui, noi tutti, oggi godiamo.

Il ricordo non serve per conservare la rabbia ed il rancore ma per mantenere viva la consapevolezza della barbarie di cui l’uomo è capace, e rinforzare così l’idea che la pace e la qualità della vita di oggi sono il frutto prezioso di un percorso difficile che ognuno di noi, anche se mai sfiorato dalla ferocia della guerra, ha il dovere morale di conoscere e rispettare, alimentandone la memoria per le generazioni future.

Nel fare questa mostra abbiamo pensato soprattutto ai giovani che hanno sentito parlare della guerra e della Resistenza solo attraverso i lucidi ma “epurati” e frammentati ricordi dei loro nonni, nelle foto sbiadite e ingiallite dal tempo, oppure attraverso le immagini filtrate dalla lente rassicurante e distaccata dei mass media. A loro è diretta la mostra per le celebrazioni del 25 aprile, e tutte le attività organizzate per ricordare una tragica pagina della nostra storia.

Abbiamo voluto raccontare attraverso le immagini ciò che ha rappresentato la guerra per Sasso Marconi, cosa rimaneva del paese al suo passaggio, perché le nuove generazioni sappiano e perché vedere e toccare con mano i segni e le prove della devastazione bellica, proprio nei luoghi dove cia scuno di noi vive, lasci un segno profondo nella coscienza di tutti: le immagini raccontano più di quanto possano le parole, perché sono immediate e non possono essere smentite. Di fronte ai molti tentativi di revisionismo della nostra storia esse dicono ciò che è stato, che non può essere negato se non dopo aver cancellato la memoria dei fatti.

La democrazia, la libertà di cui noi oggi godiamo sono nate dalle lotte di liberazione e dalle ceneri di una guerra (la II^ Guerra Mondiale) che ha dimostrato il fallimento della violenza, dell’intolleranza e della dittatura come strumenti di governo.

Sindaco di Sasso Marconi Marilena Fabbri