Tino Lanciotti

L’uomo che controlla il tempo. La torre civica spacca il minuto grazie a Tino Lanciotti.

Tino LanciottiChissà quanti di voi passando dalla piazza di Sasso Marconi hanno dato un occhiata all’orologio, che si trova in cima al campanile, sulla sinistra della chiesa. In realtà suddetto campanile è la torre civica del comune, eretta nell’anno 1884. Nello stesso anno i famosi artigiani sassesi Carlo Bettini e figlio costruirono l’orologio di tipo meccanico con movimento a pendolo, alimentato tramite un congegno di pesi e funi, che ancora oggi scandisce il tempo nel nostro paese.

Fino al 1989 la carica manuale da effettuarsi ogni 24 ore, era affidata al personale del comune e gli interventi di manutenzione venivano curati dall orologiaio del paese, Loris Battistini. Il passare impietoso degli anni richiedeva però un intervento di restauro e di ammodernamento del famoso orologio. Nel 1990 il signor Tino Lanciotti iniziò i lavori per portare il misuratore di tempo all’anitco splendore.

Il restauro durato un anno ha comunque mantenuto l’originalità dei componenti, automatizzando l’opearazione di carica. L’orologio è sincronizzato con il DCF77di Francoforte, struttura che indica l’ora ufficiale europea: – la stazione DCF77, gestita dal Physikalisch-Technische Bundesanstalt, è largamente usata in Italia. La sigla significa: D = Deutschland – C = segnale ad onde lunghe, F = Francoforte, 77 = Frequenza di 77,5 kHz. Le coordinate geografiche del trasmettitore sono 50°01’N 9°00’E. Lo scoccare di ogni ora della torre civica si ripete anche dopo tre minuti. Dalle ore 6 i battiti non sono piu in progressione ma, ripartono da 1 (es: ore 7 fa un battito). Il quadrante dell’ orologio ha un diamentro di 2 metri, mentre le lancette misurano 1,10 mt quella delle ore e 80 centimentri quella dei minuti. Due campane: la grande per i battiti delle ore, la piccola per i battuiti dei minuti.

Lanciotti Tino, classe 1936, è figlio d’ arte. Ama dire: – “I figli dei gatti mangiano i topi”
Il padre Francesco, orologiaio di professione, riparò l’orologio del campanile di Tolè(frazione di Vergato, Bologna), paese di origine dei Lanciotti, distrutto nel secondo conflitto mondiale. Quarto di sei fratelli, nato a Bologna, ha abitato a Tolè fino al 1958. Di professione dal 1950 al 1960 bigliettaio sulla corriera e nel 1960 diventò autista. Dal 1961, anno in cui si stabilì a Sasso si mise in proprio come elettrauto presso il distributore, ex Gulf, in viale J.F.Kennedy.

Sposato con la signora Franca hanno due figli: Claudio e Alessandra. È in pensione dal 1992. Da sempre appassionato riparatore, costruttore e conoscitore di orologi.

Simone Gallini

Di seguito un bel testo “intervista” tratto dalla “Guida sentimentale di Sasso Marconi” dal titolo IL SIGNORE DELLE LANCETTE autrici Debora Marzaduri e Marzia Dasara

Tino buongiorno… noi vorremmo farle qualche domanda sull’orologio… quello del campanile”
“Beh, chiamatemi sabato mattina poi ci mettiamo d’accordo per salire “.

Sabato mattina… al quinto squillo, ore 8,50… “Tino… era già sveglio? … Non mi dica che l’ho svegliata…”
“Beh… I’è propri acsè!”

Incontriamo Tino Lanciotti.
“Tino, siamo saliti in questo campanile per ammirare l’orologio che scandisce le ore del paese… quando è stato costruito? Chi lo ha costruito?”
“È stato realizzato nel 1884, da due artigiani sassesi, Carlo Bettini e suo figlio, che costruirono un orologio di tipo meccanico: infatti il movimento a pendolo inizialmente, è così ancora oggi ma con maggiore precisione, era alimentato tramite un congegno di pesi e funi, che scandisce il tempo e le suonerie delle campane”,

Ma i cittadini di Sasso Marconi lo sapranno che un campanile è della chiesa ed uno del Comune?
“Mah, non lo so se tutti lo sanno, in ogni caso questa parte in cui noi ci troviamo è la torre civica del Comune di Sasso”.

Come si accede all’orologio del campanile?
“Basta salire dalla Biblioteca comunale, ma… mai senza Tino: il percorso è segreto!”,

In quale anno lei ha preso in cura l’orologio?
“Nel 1990. Dovete sapere che prima di allora l’orologio non era automatizzato come oggi, infatti veniva data la carica da un incaricato comunale che, con tanto di manovella, ogni mattina provvedeva manualmente”.

E se per caso si fosse fermato?
“Finché al va… al va… quand’ a s’ farmeva, ,. a’ gniva so e ai deva du’ staia…”(‘). Insomma, una volta con la manovella, oggi verificando
cosa può non funzionare, mi metto qui e sistemo con santa  pazienza e intuito il congegno”.

Ci fermiamo davanti a un armadietto che custodisce un prezioso congegno di bronzo e ottone che ancora oggi scandisce il tempo nel nostro paese, Che cosa è stato mantenuto del vecchio orologio e che cosa invece lei ha modificato? ,,Ogni cosa concorre alla precisione dell’orologio: tutte le parti in bronzo del meccanismo sono originali, alcune non sono più utili al meccanismo, ma sono mantenute par blazza, cumpagna una bèla dona… bsogna mantgnirla dal prinzepi fein a la fein!” (2). Nelle boccoline che servono al congegno per il corretto funzionamento, ad esempio, ho dovuto ampliare l’asola perché potessero avere più `gioco’, allargando ogni cavalotto dalla parte interna, e inserendo un cuscinetto che farebbe 40.000 giri al minuto… quast’que al fa du gir al dè… hai voglia te di girare… dovrebbe essere eterno!”.

E qualche furba e ingegnosa intuizione del funzionamento?
“Un particolare importante è il controllo del pendolo che scandisce i secondi e che piano piano tenderebbe a fermarsi; ogni minuto due sensori controllano l’ampiezza del movimento; quando si accendono significa che il marchingegno attrae il pendolo per regolare l’oscillazione e rimetterlo “al passo”.

Come si fa ad essere certi dell’ora gìusta?
“ll nostro orologio è sincronizzato con l’orologio atomico di Francoforte, collegato a ben 7 satelliti che si controllano a vicenda e ínviano poi un unico segnale”.

Come si calcola l’ora esatta dal suono delle campane?
“È più semplice di quel che sembra: la campana più grande suona alle ore sei altrettanti rintocchi, alle sette un solo rintocco, alle otto due rintocchi, alle nove tre rintocchi e così via fino alle dodici, quando ne suona sei per poi ricominciare da uno. Dopo tre minuti dal rintocco dell’ora intera, il suono viene ripetuto. Questo perché un tempo, soprattutto chi viveva più lontano dalla piazza e chi si trovava in campagna a lavorare la terra, non sempre sentiva con precisione il suono delle ore, e prestava invece attenzione al ripetersi dei rintocchi. Ovviamente l’orologio non suona tutti i quarti, ma suona l’ora intera e alla mezz’ora con due rintocchi della campana più piccola”,

E se fossimo curiosi di sentire i suoni degli ingranaggi?
“Non tutti sanno che componendo il numero telefonico 051 843542, è possibile ascoltare per un minuto la scansione… live. Poi all’ora intera, dopo i tre minuti, e alla mezz’ora si ascolta anche il suono delle campane!”.

Ma la prima volta che è salito quassù, davvero… qual è stata la cosa che le è rimasta più impressa?
“Avreste dovuto vedere, io non avevo mai visto nulla di simile: a iera pio escrement ed pizon que che in piaza a Bulagna!” (3)

Beh… oggi vale davvero la pena una visita quassù: grazie al signor Lanciotti e alla sua appassionata cura per un bene comune a noi tanto caro nel centro di Sasso, il campanile e il suo orologio sembrano una vecchia torre elegante, con suite a cinque stelle sui tetti di Sasso Marconl.
Per noi è stato davvero emozionante… grazie Tino!!!