Un’altra sagra: la continuità nella scia del caro Don Luigi

Carissimi,
dopo il ritorno alla casa del Padre del nostro amato Don Luigi è rimasto un grande vuoto. Un
sacerdote tenace, un vero trascinatore, una modestia e una mitezza che spiazzano, solare, senza maschere di comodo. Non ci resta che fare tesoro della sua vera umiltà, del suo esempio, gli insegnamenti, la tenerezza, la capacità di accoglienza e di ascolto.
La sua evangelizzazione ai piccoli e agli adulti si traduceva prima della capacità di sapere insegnare, nel modo in cui si poneva davanti al prossimo nelle varie circostanze. Dentro il confessionale trasparivano la sensibilità e l’illuminazione con cui guidava i penitenti. Queste sono solo alcune delle perle che splendevano nella sua meravigliosa personalità di pastore di anime e quanti particolari andrebbero aggiunti!
Don Luigi nella sua “lettera-testamento” scrisse di suo pugno una consegna: di essere uniti nell’amore, nella frequenza ai sacramenti e nella preghiera e auspicava futuri risultati abbondanti alla comunità. Al termine del commovente scritto aggiungeva: “Lassù ci diamo appuntamento”. Da quella sera in cui aveva convocato i due consigli della parrocchia, il nostro parroco si prodigò parecchio perché fossimo autonomi e più responsabili; sentiva che ci avrebbe lasciati e allora dovevamo iniziare a camminare da soli. Nella nostra mente è ancora viva ed impressa quell’immagine cruda e reale, in cui Don Luigi terminava la sua ultima messa barcollando. La malattia lo debilitava sempre di più e trascorse oltre un anno e mezzo in ricoveri tra l’ospedale di Villa Toniolo e la permanenza fissa alla Casa del Clero in Bologna, dove avrebbe riempito fino all’orlo con le sue tremende sofferenze, il calice che Dio aveva previsto per lui.
Penso che sia sempre complicato descrivere il profilo di una persona, nessuno può scandagliare e scendere nelle profondità del mondo interiore che costituisce quel patrimonio che è dentro di tutti, per quanto mi sforzo la mia testimonianza su Don Luigi è superficiale e limitata. Solo il Signore conosce i segreti dei cuori, per cui spero di rendere un servizio che restituisca al nostro Don Luigi un’immagine, la più appropriata possibile anche se incompleta!
Azzardo nel testimoniare che abbiamo conosciuto e avuto il privilegio di lavorare alla sequela di un sacerdote impregnato di carità e virtù, un vero apostolo e interprete del Vangelo. Il crocefisso che parlava a S. Francesco gli diceva di andare a riparare la mia chiesa. Il nostro Don Luigi ha avuto anche lui questa premura, non si è mai sottratto alla fatica e con forza e volontà ferrea si è consumato con il lavoro: amici, voi che l’avete conosciuto prima di me, quanto sudore ha versato, quanto zelo nel dedicarsi ai molteplici lavori in chiesa e a tutto il complesso parrocchiale! Infatti, lui stesso mi confidava e lo disse anche durante una messa: “In questa parrocchia non c’è un solo angolo in cui io non abbia messo le mani!”.
Lui è stato un sacerdote-operaio, lavoratore zelante per la chiesa affidategli e dal pulpito e in ogni iniziativa, ardente e infuocato per il bene delle anime. Ora mentre Don Luigi prende parte con merito alla MENSA CELESTE, noi, al contrario, dobbiamo ancora servire alle POVERE TAVOLE sulla terra!
Il servizio in cui la comunità è chiamata a portare frutto in parrocchia e servire il prossimo, si chiama sagra di S. Ansano. La sagra, e non v’insegno nulla, è solamente una dei milioni di possibilità che il Signore ci offre nella nostra vita di accettare il suo invito a lavorare nella sua vigna: un vero test sull’amore e sulla donazione di noi stessi. Se ripensate, nella sagra del 2012 Don Luigi accompagnato da una suora della Casa del Clero, ci fece visita, forse la sua presenza è anche da leggere come un invito, un incoraggiamento a lavorare per la comunità in cui aveva dato tutto se stesso.
Don Luigi ha sempre sostenuto la cellula della famiglia e allora credo che la festa settembrina della nostra comunità sia un veicolo eccellente per vedere lavorare le famiglie assieme e rinsaldare i vincoli di amicizia. Una buona occasione per essere tutti uniti mettendo al bando le divisioni, le zizzanie, i giudizi prematuri e lapidari che generano fazioni, minano le fondamenta della coesione. Al contrario invece, non diamo soddisfazione al perfido diavoletto e accogliamoci come figli dello stesso Dio, chiarendo situazioni che portano freddezza e attrito, amministrando perdono e comprensione.
Ripeto ancora l’esortazione di Don Luigi: “SIATE UNITI !”. Le coordinate da seguire e che ci possono aiutare, le leggiamo nel Vangelo, cioè che ognuno consideri l’altro superiore a se stesso; e comunque è sufficiente meditare il brano della lavanda dei piedi. Come sapete, il mondo dell’economia e del lavoro attraversa una crisi tremenda (ed io che sono disoccupato ci sono immerso), ma la bella notizia è che alla nostra sagra di S. Ansano non ci sono e non mi risultano dei licenziamenti! Al contrario si cercano invece sempre nuovi volontari, e la paga che dà il Signore è sempre bene retribuita! Insisto ancora con la sagra perché Don Luigi è felice di vedere la continuità di un aspetto importante che ha seguito con il suo ministero. Chiunque è ben accetto anche se si rende disponibile solo per il tempo che desidera e per ciò che è in grado di fare. Ogni mansione è utile per comporre un mosaico, un puzzle di servizi. Io pulisco i tavoli dopo che le persone hanno mangiato e vi assicuro che non ci vuole una laurea e nemmeno un corso di formazione! Sono solo uno che dà il suo modesto contributo assieme a voi presso una delle tante povere tavole della terra! Ogni cristiano, ogni parrocchiano, è un mattone, cioè una parte viva che compone l’edificio spirituale della chiesa, e la base è Cristo. Se qualcuno si defila per qualsiasi motivo, la facciata della chiesa mostrerà dei buchi, la comunità s’impoverisce perché chiunque è una risorsa e portatore di esperienza e talenti non da tenere per se ma da donare. Ogni vivente agli occhi del Signore è prezioso, unico, importante e irripetibile!
Da qualche mese si sono avviati i lavori per l’allestimento della sagra di quest’anno e con un velo di nostalgia mi è capitato di immaginare Don Luigi con i suoi pantaloni rattoppati, le scarpe consumate da mille usi, il maglioncino blu e l’immancabile cappellino con la visiera, adatto a tutte le condizioni metereologiche. Pensavo a lui come se fosse ancora fra noi mentre cammina sotto lo stand a dirigere, lavorare e incoraggiare gli eroi e fedelissimi dell’allestimento. Oppure come se all’improvviso si sentisse la sua voce al microfono a squarciare il silenzio pesante del sagrato e sentirlo mentre invita i fedeli alla Messa o i bambini a prepararsi per i giochi di intrattenimento… “prova! Prova! Pronto!”, il tutto accompagnato dal fischio del suo apparecchio acustico.
Confesso che quando apro e chiudo la chiesa e mi muovo in tutti gli spazi della comunità mi viene di ricordarlo mentre correva in ogni direzione con tante cose da fare e, in inverno, a preparare la messa con lui che si scaldava le mani con il suo alito. Sono contento di condividere con tutti voi queste sensazioni che al suo ricordo scatenano una parte emozionale di me. Sono certo di non essere l’unico. Ricordo la cura con cui preparava i chierichetti; e che ne dite di tutte le peripezie di cui era protagonista con il suo apparecchio acustico che regolava in continuazione e che spegneva con astuzia (scherzo da prete) quando gli faceva comodo non sentire!
Un giorno in sacrestia un fanciullo gli disse un po’ ansioso che si era dimenticato di confessare un peccato (ovviamente veniale) e gli chiedeva se poteva riconfessarsi. Don Luigi calmo e sorridente gli disse: “Bravo continua cosi, vai a giocare!” Aveva l’apparecchio acustico spento… .Don Luigi aveva anche un buon senso dell’humor. Quel pomeriggio di estate ci trovavamo sotto un cipresso e venne punto da un calabrone. Era evidentemente allergico. Lo guardavo e il suo viso cominciava a gonfiarsi in fretta come un pallone da calcio. Mi disse: “Michele, ho finalmente trovato il modo di ingrassare!” Chi non rammenta quando raccontava le barzellette? Scoppiava in una risata irrefrenabile prima di concluderle. Che personaggio, che fumetto!
Vedere Don Luigi seduto fermo, seduto e senza fare niente era praticamente un evento raro. Un sabato di una sagra del passato, notai a sera inoltrata una sagoma che si muoveva nell’oscurità. Era il nostro Don che con l’agilità di un gatto si muoveva sul tetto per orientare meglio un faro che illuminasse il piazzale: era il “felino-benedetto Don Luigi”. Fortissimo l’episodio in cui provò e riprovò per tutta la mattina microfoni e campane. Quando arrivò la sposa per il matrimonio mise un motivo da campane da morto… (ahi! Ahi! L’apparecchio!).
Carissimi, quanti aneddoti o storie si potrebbero raccontare! A nome della comunità vengo a farvi una proposta. C’è il progetto di realizzare un archivio per raccogliere e catalogare episodi e testimonianze di ogni genere che avete vissuto con Don Luigi. Vogliamo tenere viva la sua memoria e non dimenticarlo! Tutti assieme possiamo contribuire a realizzare questo emozionante progetto che racchiude i trascorsi di Don Luigi nella nostra comunità. Mi raccomando, tutto ciò che la vostra memoria vi concede di ricordare è indispensabile, anche il particolare a cui non date importanza. Non si esclude in futuro la realizzazione di un libro. Pertanto spero che quest’ appello non cada nel vuoto: gli scritti di tutti potranno costituire nel tempo una fonte preziosa di informazioni da trasmettere ai posteri. Abbiamo voluto bene a Don Luigi? Ed allora forza, prendiamo subito carta e penna! Ricordo che affinché le testimonianze possano essere ritenute valide e attendibili per un eventuale futura ricognizione degli organi della chiesa (non si sa mai, lasciamo agire lo Spirito Santo), le schede devono riportare le generalità, con indirizzo, recapito, data e firma leggibile. Bene, non dimentichiamo Don Luigi: lui prega per ciascuno di noi e ringraziamo il Signore che è sepolto nel cimitero
della pieve e attende anche le nostre visite. In questo ricordo di Don Luigi mi preme sottolineare quanto sia stata preziosa la sua vita e il dono che Gesù ha fatto a tutti noi nel farcelo incontrare! Ricordiamolo con quegli occhi che ci parlavano, con le sue grandi mani impastate di lavoro e sofferenza e che ci distribuivano il pane della vita, ricordiamolo per le sue battute perché ci siano di aiuto nei momenti della prova. Mi preme rafforzare il concetto di come sia immenso da parte del Signore farci dono dei sacerdoti.
A proposito, mi inserisco con dei pensieri scritti da Padre Mario Bragagnolo, tratti dall’opuscolo in cui ha festeggiato il 50° del suo sacerdozio. Padre Mario è stato sempre invitato da Don Luigi per i ritiri spirituali nella nostra comunità. Ecco i pensieri: “Il sacerdote è l’uomo più amato e più incompreso; il più cercato e rifiutato.” “Se è santo, lo ignoriamo; se è mediocre, lo disprezziamo”, “se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo”, ” e solo quando ci sarà sottratto, comprenderemo quanto ci fosse indispensabile e caro.”
In chiusura con l’esempio di Don Luigi riprendiamo il lavoro alle nostre tavole terrene, nell’attesa e con la speranza che anche a noi un giorno possa essere concesso di essere commensali alla mensa celeste: “Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo, nella gioia dei tuoi santi” (parte finale sequenza eucaristica) “AVANTI SEMPRE!!’ diceva Don Luigi.

Un saluto da Michele, ciao!