Tignano

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Questa frazione posta a m.336 s.l.m. e a circa 10 km a nord ovest del capoluogo si trova già nel bacino del Lavino, su un affluente del torrente Olivetta. La si può raggiungere passando da Rioverde e Mongardino e passando da S. Biagio di Casalecchio di Reno, sulla strada Porrettana.
Non risulta sia stata abitata nei tempi più antichi, anche se in quei pressi vi fu probabilmente il romano Vicus Atinius, e in periodo medioevale ebbe un castello di cui non è rimasta la minima traccia.

Nel 1233, il comune di Tignano fu posto alle dipendenze del quartiere bolognese di Porta S. Procolo. Di Tignano non esistono né reperti né documenti storici. Si conoscono le vicende di alcuni suoi abitanti. I nobili di Tignano nel 1274 si schierarono con la fazione bolognese ghibellina dei Lambertazzi: per tale motivo Aldigerio di Giacomo da Tignano, che abitava a Bologna presso la Cappella di S. Lorenzo di Porta Stiera, fu bandito dalla città e dovette andare in esilio. Nel 1289, il Consiglio di Bologna inviò ben 348 uomini della Compagnia de’ Vari e de’ Mercanti a distruggere le torri, i palazzi e gli edifici che possedeva a Bologna Ugolino di Bonifazio da Tignano, che aveva anche dei vigneti nella sua terra. Questo nobile, punito per la sua opposizione politica, non si diede per vinto e continuò le sue attività nel contado tanto che il Consiglio di Bologna, prima minacciò la famiglia e poi la richiamò in città con l’intimazione di non muoversi senza chiedere e ottenere il permesso, come avvenne nel 1301.

Nel 1312 il Podestà di Bologna promosse un’accusa e un’inchiesta contro uomini di Tignano. imputati di malefici nella loro terra. Estintasi la famiglia dei nobili di Tignano, il territorio passò sotto la giurisdizione di Pontecchio e nel 1517 fu assorbito nella contea dei Rossi di Pontecchio. Alla fine del XVIII secolo, il comune di Tignano, che poco dopo perse la sua fisionomia comunale e divenne frazione di Sasso, contava 330 anime.

Nel 1366 esistevano a Tignano tre chiese, tutte parrocchiali: S. Martino. S. Maria e S. Nicolò. Le ultime due scomparvero prima del 1509, data in cui troviamo la menzione unificata di «Chiesa Parrocchiale de’ Santi Martino, Maria e Niccolò di Tignano». La chiesa di S. Martino è oggi la parrocchiale del territorio: risale agli anni 1883-84 e ha un buon quadro con la Madonna col Bambino e i Santi Martino Vescovo, Petronio, Nicolò da Bari e Antonio da Padova. Questa chiesa non ha il campanile, ma una cella campanaria, sopra un colle vicino, che si raggiunge con 90 gradini.

Molte ville moderne sono oggi in questa zona, mentre poche sono rimaste le vestigia di vecchi edifici notevoli del passato.

A Tignano si possono ammirare anche l’antico oratorio di S. Anna e l’oratorio di S. Maria, posto sopra una bella collina con cipressi a mezzo chilometro a levante della parrocchiale; questo oratorio fu forse l’antica chiesa parrocchiale e fu quasi rifatto nei 1816: ha una statua lignea della Madonna col Bambino, che viene festeggiata il 15 agosto.
L’oratorio della Sacra Famiglia fu eretto nel 1824 e in esso furono portate le reliquie trovate muovendo le famose quattro croci, sparse per Bologna, e ora in S. Petronio.
Non esiste più l’oratorio della B. Vergine Assunta, detta la Madonna del Tignani, citato alla fine del XVIII secolo.
Il Calindri scrisse che. alla fine del ‘700, il territorio produceva «uva molta e preziosa».

Si ringrazia per la gentile collaborazione Don Guido Gnudi

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