La villa Ghisilieri di Colle Ameno: origini e vicende evolutive. (Note)

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Abbreviazioni:
ASBo: Archivio di Stato di Bologna
OPDB: Archivio dell’Opera Pia Davia Bargellini
IBC: Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali


(1) Il complesso monumentale di Colle Ameno è stato oggetto di una tesi di Laurea in Architettura svolta presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, a.a. 2005/06, dal titolo “Il complesso monumentale di Colle Ameno: dal restauro della villa padronale al progetto di un nuovo polo culturale nella provincia di Bologna“, laureande: arch. Alessandra Alvisi, arch. Elena Gentilini; relatori: prof. arch. Nicola Santopuoli, prof. arch. Spiridione Alessandro Curuni; correlatori: arch. Federica Maietti, arch. Riccardo Carni.


(2) Lo splendore settecentesco del complesso di Colle Ameno e la sua connotazione di rara espressione dell’architettura illuminista bolognese di campagna sono state oggetto di un articolo di E. Gentilini e A. Alvisi dal titolo Il complesso di Colle Ameno: immagine e memoria dello splendore settecentesco, sulle pagine di “al sàs”, n.17, 2008.


(3) Questo toponimo, derivazione della parola “pietra” in riferimento alla tipologia di terreno del luogo, indicava quella parte del territorio di Pontecchio che si estendeva ai lati della strada maestra di Saragozza (l’attuale SS 64 “Porrettana”), verso levante fino agli argini del fiume Reno e verso ponente fino alle prime alture, dalla chiesa di S. Stefano di Pontecchio fino al rio di Casio. Nei documenti consultati della seconda metà del XVII secolo e nei primi tre decenni del XVIII secolo, prima dell’introduzione del toponimo di Colle Ameno, questa dicitura identifica anche il predio su cui viene edificata la palazzina di campagna riconducibile al nucleo originario della villa di Colle Ameno.


(4) AS Bo, Archivio dei Periti Agrimensori.


(5) ASBo, Ufficio Acque e Strade, Campioni delle strade, volume XIII, mappa n°11b.


(6) ASBo, Ufficio del Contado, Estimi del contado, serie I, b. 11 ; serie Il, b. 130.


(7) ASBo, Demaniale, S. Stefano di Pontecchio, 1/493, 2/494, 3/495, 4/496.


(8) ASBo, Archivio Notarile, Bartolomeo Cattani, 15 marzo 1632. La descrizione dell’oggetto della compravendita è la seguente: “unum predius terre arative arborate et vidate cum domo, ara, puteo, furno, togeto, et alijs positi in Comuni Ponticuli Contrada Bononie in loco vulgate numcupato la Palazzina confinat ius Illustrissímus Conte Paulus Aemilius de Rubeis, lllustrissimus Thadius de Rubeis, via publica, bona illos Butrigarijs, et alios (…) unius petie terre prative, ac arborate tornature octo (…) posit in decto Comune confinat heredi Caroli Usberti, bona illos de Landinis, illos de Rubeis, stratillus, alia bona decto Hospitalis” (Ospedale di S. Nicolò di Pontecchio).


(9) ASBo, Archivio Notarile, Giovanni Francesco Tamburini, 6 maggio 1632. Il “Campo del Pontone overo Campo de PuggioIi“, con estensione pari a tornature 9 e tavole 20, confina con un vicolo vicinale, la via pubblica che va alla Madonna del Sasso, beni di Paolo Emilio Rossi e Taddeo Rossi.


(10) OPDB, Archivio Davia, Serie A-Instrumenti, Cartone 13-651, documento datato 12 dicembre 1641. “Il Campetto“, con estensione di tornature 5, “confina li Reverendi Padri delli celestini, li Beni delli lllustrissimi Signori Conti di Barbazza, li Reverendi padri di S. Paolo di Bologna et altre più vere et notte confine”.


(11) OPDB, Archivio Davia, Serie B-Rogiti e Documenti, Mazzo 23-187/II, 23 gennaio 1644.


(12) OPDB, Archivio Davia, Serie A-Instrumenti, Cartone 19-657, 10 marzo 1656. La consistenza e i confini delle proprietà che vengono compravendute sono pressoché simili a quelli già attestati alcuni anni prima dai precedenti documenti: nel predio de “La Palazzina“, che adesso confina con “li beni degli heredi dell’illustre signor conte Paulo Emilio dè Rossi, con l’illustrissimo signor Tadeo dè Rossi, et altre sue più vere confini”, si specifica però che gli edifici in esso presenti sono una “casa per padroni, e contadini” sempre con “ara, pozzo, forno, teggia, stalle, et loro sue soprastanze“, mentre il predio de “Campo del Pontone, ovvero il Campo de Puggioli” risulta confinare “presso uno stradello vicinale, presso la via pubblica, che va alla Madonna del Sasso, pressi li beni degli heredi de( signor conte Paulo Emilio dè Rossi, altri beni di detti signori Davia“.


(13) ASBo, Archivio Notarile, Silvestro Zucchini, 13 gennaio 1667.


(14) “Un luoco nel Comune di Pontechio dove si dice la perdosa arborato e vidato e prativo (…) con casa da padrone, stalla, tegia, rimessa, conserva di pietra e casa, siala, tegia per contadini confina il tereno da levante un stradello publico, da ponente la strada maestra da mezzo giorno il conte Luigi Rossi, e da settentrione il Gioseffo Musotti” .


(15) Questi due appezzamenti di terreno risultano situati a ponente della strada maestra del Sasso e a nord rispetto al predio delle Predose, fra cui insistono i beni di S. Nicolò di Pontecchio amministrati dal signor Musotti.


(16) ASBo, Archivio Ghisilieri (ramo principale), Mazzo 18 (Instrumenti 1671-1680), Libro 44 n°35, documento datato 13 luglio 1675, il quale attesta che “posiede il molto illustre signor Giovanni Francesco Davia nel Comune di Pontechío (…) un palazzo con una capellina novamente edificata per detto signor Davia“. Il documento è relativo all’acquisto di una pezza di terra di 1 tornatura, 22 tavole e 55 piedi che Giovanni Francesco Davia acquista dai conti Nestore e Ottavio Maria, eredi del conte Luigi Rossi al fine di realizzare un “orto” per ornare il palazzo e la cappellina; presumibilmente tale pezza di terra doveva collocarsi dietro la chiesa poiché “confina da levante, e mezzo giorno con li signori venditori da settentrione li beni della Comenda di S. Nicolò di Pontechio a ponente con li signori Davia mediante uno stradello publico“.


(17) ASBo, Demaníale, S. Stefano di Pontecchio, 4/496.


(18) ASBo, Archivio Notarile, Girolamo Medici, 30 giugno 1689. La descrizione della proprietà detta “le Predose” è la seguente: “un palazzo murato, cuppato, tassellato, e balchionato, con la stalla, teggia, e rimessa, pozzo, et altre soprastanze, e pertinenze con il giardino; una capellina da dirvi la messa; conserva per la neve, et una casetta per l’ortolano posto nel Commune di Pontecchio Contrada di Bologna in loco detto Le Predose confina da un lato con li beni degl’illustrissimi signori Rossi da un altro lato, li beni del detto già signor Giovanni Francesco Davia, la via publica, et da un altro lato li beni dell’illustrissimo, e reverendissimo Monsignor Musotti, et altri confin“.


(19) ASBo, Archivio Ghisilieri (ramo principale), Mazzo 17 (Instrumenti 1661-1670), Mazzo 18 (Instrumenti 1671-1680) e Mazzo 19 (Instrumenti 1681-1690). L’estensione della proprietà di Giovanni Francesco Davia è attestata anche dall’elenco dei beni rurali contenuti nell’inventario redatto alla sua morte, fra i quali risultano numerosi predi nei Comuni di Pontecchio, Moglio, Nugareto e Caste[ del Vescovo.


(20) Nell’inventario risulta infatti una “pezza di terra arativa, arborata, vidata, con fioppe, et altre qualità, chiamata il Prato della Vincheda posta nel Comune di Pontecchio, confina appresso li beni delli reverendi Padri di S. Paolo, la via publica, li reverendi monacchi Celestini, il rio chiamato Rio d’Eva, et altri confini”.


(21) ASBo, Archivio Ghisilieri (ramo principale), Mazzo 19 (Instrumenti 1681-1690), 23 ottobre 1683, 10 maggio 1687, 3 giugno 1689, 8 novembre 1689.


(22) ASBo, Archivio Ghisilieri (ramo principale), Mazzo 20 (Instrumenti 1691-1699), documento datato 7 maggio 1692.


(23) ASBo, Archivio Notarile, Bartolomeo Cattani, 15 marzo 1632.

Tratto dalla rivista semestrale “al sâs” N.23
edita dal gruppo di ricerca storica “PROGETTO 10 RIGHE