Capitolo 5 – La prigione e le scritte sui muri

Le testimonianze coincidono nell’affermare che alcune sale al pianterreno nella parte centrale della villa Davia vennero adibite a carcere, a dare luce a questi ambienti provvedevano delle finestre molto alte rivolte verso il Reno, protette per tutta la loro lunghezza da ferri verticali murati in basso e in alto. Questi erano gli unici provvedimenti presi per garantirsi da eventuali evasioni, oltre ad una blanda sorveglianza armata.

La prigionia durava in genere 2 o 3 giorni, ma anche meno nel caso di grandi rastrellamenti capaci di raccogliere centinaia di deportabili, questo viene ricordato dai testimoni ed è confermato dal fatto che Colle Ameno non era affatto organizzato per assicurare una prolungata permanenza di prigionieri: mancavano gendarmi, attrezzature, magazzini. La stessa eliminazione dei fuggitivi e degli invalidi era sporadica e disorganizzata, al contrario che nelle altre strutture concentrazionarie naziste.

A Colle Ameno, nei locali che sono serviti come prigione, alcuni civili, cittadini di Sasso o dei Comuni limitrofi hanno lasciato scritto sui muri testimonianza del loro passaggio: nome e cognome, a volte data e luogo di residenza, utilizzando pezzi di carbone. Nella prigione non c’erano brande e coperte, se e quando c’era spazio sufficiente era possibile dormire solo per terra su giacigli di paglia.

Qui sono passati migliaia di prigionieri. Probabilmente una delle notti più affollate fu quella del 18 dicembre 1944, quattro giorni prima della chiusura del campo, come testimonia una scritta fotografata e riprodotta più avanti: “LI 1812-1944 – Carpineti e un’altra località non chiaramente leggibile – Lagune – Rasiglio. Totale 234 uomini come dormito lascio immaginare”.
Si può ipotizzare che quel 18 dicembre le truppe addette ai rastrellamenti passarono al setaccio diverse zone della valle del Reno. Forse le località segnate indicavano i luoghi ove era stato prelevato il maggior numero di civili.
Oggi il tempo ha cancellato queste memorie, rimangono però alcune foto fatte nel 1970 in occasione della mostra per celebrare il 25° anniversario della liberazione.

Siamo a conoscenza di numerosi cittadini di Sasso Marconi o qui sfollati rastrellati e portati a Colle Ameno, alcuni di loro per alcune ore, altri condotti al fronte sulla linea Gotica, altri ancora verso la Romagna per svolgere lavori di manovalanza:
Lucchi Lino, Cheli Mario, Cheli Riccardo, Nicoletti Nello, Boschi Fausto, Collina Sergio, Collina Primo, Mignani Giorgio, Baldazzi Dino, Mortelli Armalio, Lenzi Abelardo, Pedretti Dino, Tulipani Ernesto, Beghelli Giuseppe, Zaccaria Fernando, Enzo ed Ernesto Giovanardi, Mattioli Natalino, Flandi Grazio, Zani Angelo, Frabetti Giorgio ed il cognato Degli Esposti, Pasini Vasco, Zani Nerino, Gandolfi Arnaldo, Giancarlo e Leardo Dall’Olio.

Una menzione particolare per Augusto Zecchini che dal Colle Ameno iniziò il viaggio verso il campo di concentramento in Germania.

Questo elenco è frutto di un lavoro di ricerca dell’ANPI di Sasso Marconi ancora in corso.